Collare o pettorina

Collare o pettorina

L'uso del collare e della pettorina sembra essere un tema scottante nell’'ambito cinofilo.

Spesso si trovano online degli articoli che provocano molte reazioni. Bisogna capire in modo più chiaro cosa comporta l'uso del collare e cosa quello della pettorina prima di valutare.

Prima di tutto è bene porsi prima un altro quesito che riguarda quali siano i danni che lo stesso cane può provocare a chi lo porta al guinzaglio. Infatti, il cane tende spesso a trainare l'uomo e ciò può provocare danni alle spalle, alla schiena, al collo della persona.

In realtà, la prima cosa che si insegna al cane è proprio quella di camminare al guinzaglio, condotta ben distinta dal passo da gara e via dicendo.

Per evitare che sia il padrone che l'animale si facciano del male, è utile insegnare al cane a camminare nel modo corretto.

Se si approfondisce il discorso del collare, ne esistono di tipi diversi.

Per esempio il fisso, il quale va inserito dal padrone che regola la misura giusta per non strangolare il cane.

Di solito la distanza corretta tra collo e collare è di un dito. Conviene comprare magari un collare più grande e regolarlo in base alla crescita del cane.

Il collare fisso può essere di metallo o cuoio, considerato come il modello classico oppure in stoffa, nylon ma, è bene assicurarsi della morbidezza per non tirare il pelo al cane.

Il difetto del collare fisso è in come viene sistemato, se è troppo largo o, al contrario, troppo stretto, può far male al cane o si può togliere senza che il padrone se ne renda conto più di tanto.

Altro tipo di collare è quello a punte, il quale è usato come strumento di stimolo ma, dev'essere usato da chi sa come sfruttarne l'utilità.

Il misto tra guinzaglio e collare è detto Retrevier, di corda o nylon, viene usato per praticare alcuni esercizi.

È formato da un gran cappio che serve a trattenere il cane nei momenti di training. Il difetto principale è che non scorre facilmente e quindi non appare sicuro.

Il collare a strangolo non è da usare per portare il cane  a spasso, non è consigliato. È spesso stato al centro di grandi discussioni ma, soprattutto per le conseguenze di un uso scorretto già in partenza.

Bisogna prima insegnare al cane a camminare al guinzaglio poi questo collare arriva dopo. È consigliabile non farlo indossare a cani di piccole dimensioni e ai cuccioli.

Inoltre, non tira il pelo dell'animale ed è sicuro se questo si spinge indietro. I difetti stanno nel cattivo uso e nell'attenzione che il padrone deve avere, per esempio non lasciandolo addosso al cane senza guinzaglio.

Il collare a semistrangolo si chiude automaticamente se il cane tenta di levarselo, si può stringere non completamente ed ha gli stessi aspetti positivi del tipo di collare analizzato in precedenza.

C'è poi il collare a cavezza, che è tipico strumento di lavoro dei professionisti che non deve essere usato dai non addetti ai lavori.

Il collare da expo è usato durante le esposizioni canine, è un tutt'uno tra collare e guinzaglio e si regola facilmente. Ha la caratteristica di non coprire l'animale, evidenziandone la sua linea, per questo viene usato per le fiere.

Cos'è la pettorina

Dopo la breve descrizione dei collari, è tempo di capire che cos'è una pettorina. È uno strumento per legare il cane tra petto e fianchi.

Apparentemente appare più sicura e confortevole rispetto al guinzaglio per il cane.

In realtà non è uno strumento così innocuo perché permette al cane di strattonare e di muoversi con poco controllo.

In ogni caso vale sempre la regola dell’'abituare il cane all’'uso della pettorina altrimenti si riscontreranno sempre problemi.

Il normale cane da passeggio mostra meno problemi con pettorina rispetto ad un cane sotto addestramento. Il cane con la pettorina riesce a muoversi più agilmente che con il guinzaglio.

Nelle esposizioni canine è rigidamente vietata in quanto nasconde le caratteristiche del cane, le sue linee e la sua muscolatura. Anche nel caso della pettorina esistono tanti modelli diversi, modello ad X, ad H e così via.

Addirittura sono stati aggiunti dei dettagli, come la maniglia nel dorso. È meglio usarla in alcune situazioni, come  per esempio la corsa o per andare in bici.

Il problema è sempre lo stesso, se il cane è educato ad andare in spazi pubblici, a stare in mezzo alla gente, a non disturbare, non cambia che si usi pettorina o guinzagli, purché di buona qualità, non si avranno problemi.

Collare o pettorina... i difetti?

Il collare, crea delle sollecitazioni alla trachea e anche alle vertebre. Procura di sicuro più fastidi al cane, che quando tira si soffoca, e quindi si innervosisce e tira di più, per liberarsi dal fastidio.

Però il cane può tirare anche se ha la pettorina, quindi fate attenzione che non stringa troppo le spalle, soprattutto se è un cucciolo e quindi in fase di sviluppo, e che non stringa nemmeno il petto.

 

In definitiva diciamo che la pettorina è più confortevole, ma dovrete comunque controllare che il cane abbia, libertà di movimento, e che non sia stroppo stretta.

Una volta finita la passeggiata è meglio liberare il cane dalla pettorina, mentre, un collare morbido e confortevole, può essere tenuto addosso al cane.

Commenti 1

  • Francesca Pastorelli : REVISIONE DEI PRINCIPALI STUDI SCIENTIFICI ATTI A DIMOSTRARE LA LESIVITÀ DEL COLLARE A SCORRIMENTO
    Dr.ssa Francesca Pastorelli, medico fisiatra; Giuseppe D’Urbino, istruttore cinofilo e allevatore

    La convivenza tra uomo e cane è antichissima.
    Un’interpretazione basata su reperti archeologici fa risalire la nascita dei primi cani domestici tra il 14000 e il 20000 A.C.
    Recenti studi condotti su DNA mitocondriale ipotizzerebbero l’inizio della domesticazione a circa 135000 anni fa.
    Esistono numerosi dipinti fin dalle epoche più remote dove viene rappresentato il cane nei contesti di vita quotidiana, come ad esempio la stele di Abydos (2040-1640 a.C.) dipinta nell’antico Egitto, che ritrae scene di caccia di levrieri allevati per la caccia all’antilope e alla gazzella.
    In questi dipinti vengono ritratti cani con collare e condotti al guinzaglio.
    Passando ad epoche più recenti possiamo apprezzare in alcuni mosaici scampati alla distruzione di Pompei, raffigurazioni di cani, sempre con collare e guinzaglio (ingresso della casa del Poeta Tragico di Pompei 50°.C.-79 d.C.)
    L’utilizzo e la convivenza del cane con l’uomo è ritratta anche in un pezzo di terracotta di Ninveh (Iraq) del 850 a.C. dove è rappresentato un cane mastino con collare e guinzaglio accanto ad un uomo.
    Esistono poi pitture rupestri risalenti a più di 4000 anni fa nella Siberia Centrale a nord del lago Baikal che rappresentano una muta di cani che trainano una slitta.
    I Cukci e i Koikals, abitanti di quelle zone, svilupparono un alto livello di tecnicità nel traino delle slitte, utilizzando fino a 20 cani per ogni slitta, che imbracavano con appositi strumenti tecnici (oggi chiamate pettorine) in modo da spostare il punto di spinta del cane sul torace, così da facilitare il cane nell’azione di trainare. Come possiamo quindi notare dalle testimonianze del passato, il cane è da sempre stato gestito con collare e guinzaglio, tranne nei casi in cui si richiedesse al cane uno specifico lavoro: tirare, trainare una slitta.
    Le nuove tendenze nell’ambiente cinofilo dei paesi del nord Europa, negli ultimi 20-30 anni, si sono impegnate nel voler dimostrare quanto sia dannoso l’uso del collare, in particolare quello a scorrimento, portando a dimostrazione pseudo-studi scientifici che ora andremo ad analizzare.
    Le principali patologie ricollegate all’uso del collare sarebbero:
    - Danni cerebrali, atassia per ischemia
    - Danni oculari (rottura vasi dell’occhio, aumento pressione oculare, sindrome di Horner..)
    - Rottura dell’osso ioide
    - Traumi alla colonna vertebrale cervicale
    - Danni meccanici e ischemici a laringe, trachea, esofago e tiroide



    DANNI CEREBRALI E ATASSIA

    • L’unico documento che riporta danni cerebrali e atassia dovuto all’uso del collare non è uno studio, ma un case report, documentato da Grohmann K. Et al “Severe brain damage after punitive training technique with a choke chain collar in a German shepherd dog” Journal of Veterinary Behavior 8 (2013) 180-184.
    In questo caso il proprietario di un pastore tedesco ha dichiarato di aver letteralmente
    impiccato il cane tenendolo sollevato da terra per circa un minuto fino a che il cane non ha
    cominciato a mostrare segni di sofferenza neurologica.
    Tale pratica non è descritta in nessun libro di addestramento classico, e si tratta di un vero e proprio caso di maltrattamento.

    • Un altro studio molto citato quando si parla di danni cerebrali da collare è lo studio di Palmer and Walker “The neuropathological effects of cardiac arrest in animals: a study of five cases.” J Small Anim Pract. 1970 Dec;11(12):779-91.
    In questo studio vengono discussi vari tipi di trattamento per limitare danni cerebrali in animali dopo un episodio di arresto cardiaco.
    Non si parla di collare.

    • Uno studio più recente citato in merito ai danni cerebrali dovuto dall’uso del collare è lo studio condotto da Timm et al nel 2008: “Sequential magnetic resonance imaging changes after suspected global brain ischaemia in a dog.” J Small Anim Pract. 2008 Aug;49(8):408-12. In questo case report un cane di razza Carlino viene seguito con RMN per un periodo di 18 mesi dopo una sospetta ischemia globale in seguito ad un errore nell’anestesia.
    Non si parla di collare.


    DANNI OCULARI

    • Per quanto riguarda i danni oculari arrecati dall’uso del collare, esiste uno studio condotto da M.Pauli nel 2006 “Effects of the Application of Neck Pressure by a Collar or Harness on Intraocular Pressure in Dogs” J Am Anim Hosp Assoc 2006;42:207-211.
    Questo studio è stato condotto su 26 cani sani di diverse razze. È stata misurata la pressione intraoculare a riposo e nell’atto di tirare al guinzaglio.
    Metà dei cani indossavano una pettorina e l’altra metà il collare.
    Lo studio dimostra come la pressione oculare aumenti in modo significativamente maggiore nei cani che indossano il collare, senza tuttavia che questo provochi alcun danno oculare. Inoltre è stato dimostrato che la pressione oculare misurata dopo un minuto dalla cessazione dello sforzo torna ai livelli fisiologici in entrambi i gruppi di studio.
    Lo studio conclude consigliando l’uso della pettorina soprattutto durante le attività sportive in quei cani affetti da glaucoma o gravi problemi corneali.
    Ancora una volta quindi non è dimostrato alcun danno arrecato dall’uso del collare.
    Un dato tuttavia interessante è riportato in figura 2 e 3, dove viene misurata la forza con cui i cani tirano al guinzaglio indossando rispettivamente il collare o la pettorina.
    È interessante notare come i cani che indossano la pettorina sviluppino una forza di traino molto maggiore rispetto ai cani che indossano il collare, dimostrando così che la pettorina è uno strumento nato e utilizzato da sempre con l’intento di facilitare il cane nell’esercizio di tirare.




    Figure 2—Breed comparisons of intraocular pressure (IOP)
    increases that occurred under a force applied to a collar and
    under the forces generated by the dogs pulling. Blue bars
    represent the IOP changes (mm Hg) from baseline values,
    and yellow bars represent the force pulled (kilograms) by the
    dogs. Bars represent mean IOP change or force pulled ±
    standard deviation. Am Staff=American Staffordshire terrier


    Figure 3—Breed comparisons of intraocular pressure
    (IOP) increases that occurred under a force applied to a
    harness and under the forces generated by the dogs
    pulling. Blue bars represent the IOP changes (mm Hg)
    from baseline values, and yellow bars represent the
    force pulled (kilograms) by the dogs. Bars represent
    mean IOP change or force pulled ± standard deviation. Am Staff=American Staffordshire terrier.
    Anche la sindrome di Horner (HS) è stata imputata all’uso del collare a scorrimento.
    (La sindrome di Bernard-Horner, detta anche sindrome di Claude Bernard-Horner o sindrome oculopupillare è caratterizzata da un danno al tronco del sistema nervoso simpatico cervicale il quale non può più controbilanciare l'azione del parasimpatico, che prevale.)
    Gli studi riportati a sostegno di questa tesi sono:

    • Kern TJ1, Aromando MC, Erb HN “Horner's syndrome in dogs and cats: 100 cases (1975-1985)” J Am Vet Med Assoc. 1989 Aug 1;195(3):369-73.
    In questo studio sono stati valutati 74 cani e 26 gatti con “Sindrome di Horner” (HS). I risultati sono stati che nei cani la HS è associata strettamente all’invecchiamento (p‹0,01). Nel 50% dei casi non si è potuti risalire alla causa della HS nei cani e nel 42,3% dei casi nel gatto. Dagli studi fatti pare che la causa più frequente di HS in cani e gatti sia un trauma (animali investiti dalle macchine), seguita da neoplasia intracranica e intratoracica e otite media.
    Nello studio condotto non si parla dell’uso del collare come causa di HS

    • Morgan RV1, Zanotti SW. “Horner's syndrome in dogs and cats: 49 cases (1980-1986). J Am Vet Med Assoc. 1989 Apr 15;194(8):1096-9.
    Questo studio trova la causa della “Sindrome di Horner” (HS) in traumi alla testa, collo e torace, otiti croniche.
    Ancora una volta non è riportato nessun caso di HS legato all’ uso di collare.




    DANNI ALL’OSSO IOIDE

    • Per quanto riguarda le fratture dell’osso ioide esiste solamente una dichiarazione, senza alcun referto del veterinario, senza nessuna indagine radiologica e mai riportata su alcuna rivista scientifica come case report, scritta da Judy Kody Paulsen, fondatrice e direttrice del “Greyhound Companions of New Mexico”.
    Viene descritto come due giorni dopo una sessione di addestramento con collare a scorrimento, il cane avrebbe accusato difficoltà a respirare. Una volta portato dal veterinario sarebbe stata diagnosticata la frattura dell’osso ioide. Il cane sarebbe stato quindi tracheostomizzato per insufficienza respiratoria data dall’edema conseguente alla frattura.


    DANNI ALLA COLONNA VERTEBRALE

    • Lo studio in assoluto più citato sui danni da collare è quello di Anders Hallgren, laureato in psicologia umana, che ha redatto uno scritto “Back problem in dogs”.
    In questo “studio”, 400 cani sono stati sottoposti a visita osteopatica e comportamentale. In più i proprietari hanno compilato un questionario anonimo.
    Dalla visita osteopatica, è emerso che il 63% dei cani riportava danni alla colonna vertebrale (colonna lombare 72%, dorsale 67%, cervicale 27%. Il totale supera il 100% perché alcuni cani presentavano problemi su più segmenti della colonna vertebrale)
    Non sono stati eseguiti esami strumentali (Rx, TC, RMN) a conferma delle lesioni vertebrali.
    È importante sottolineare che le “lesioni vertebrali” di cui si parla e che potrebbero essere state diagnosticate dagli osteopati, vengono chiamate in gergo medico DIM (disturbo intervertebrale minore), anche detta sublussazione vertebrale. Il DIM consiste in una disfunzione vertebrale segmentaria dolorosa, benigna e reversibile che provoca contratture muscolari localizzate. È una sindrome estremamente frequente nell’uomo e che richiede alcune sedute di manipolazioni vertebrali.
    Da quanto riportato nello scritto tra i cani che presentavano un problema cervicale il 91% veniva gestito quotidianamente con il collare, mentre tra i cani che non riportavano danni cervicali il 78% veniva quotidianamente gestito con il collare.
    Questo vuol dire quindi che quasi l’80% dei cani gestiti con collare e guinzaglio, secondo quanto riportato dalle visite effettuate, non avevano sviluppato alcun problema cervicale. In più sono riportate diverse possibili cause che potrebbero provocare problemi cervicali, dorsali o lombari tra cui traumi (lotta con un altro cane, cadute o perdite improvvise di equilibrio all’interno di un autovettura, forte accelerazione o brusca sterzata) attività sportiva senza un adeguato riscaldamento precedente l’attività, ecc.
    È quindi difficile poter affermare con certezza che sia il collare la causa o l’unica causa in quella esigua percentuale di cani con danni cervicali.
    Tuttavia se fosse vero che il tirare al guinzaglio con indosso il collare provoca danni cervicali nei cani, sarebbe stato interessante ed eticamente corretto conteggiare quanti cani gestiti con la pettorina che tirano al guinzaglio presentavano danni dorsali.
    In conclusione questo scritto non si avvale di dati scientifici oggettivabili, è stato scritto e gestito in modo fazioso e riporta molte affermazioni sul collare non comprovate da alcuna prova scientifica.
    Infatti “back problem in dogs” non è mai stato pubblicato su alcuna rivista scientifica perché privo della minima metodologia richiesta per essere riconosciuto come “studio”.

    • Nel 2007 Miles Anita ha eseguito uno studio come tesi di laurea dal titolo: “Pathologies of the dog associated with the use of choke chain”.
    Sono stati presi in esame 6 cani gestiti abitualmente con il collare a scorrimento e sottoposti a visita osteopatica. È stato dato da compilare un questionario ai proprietari.
    Dalle visite è emerso che il 100% dei cani presentava danni cervicali (DIM ovvero sublussazione vertebrale) 89% danni alle vertebre toraciche, 89% danni alle vertebre lombari e 50% danni all’articolazione sacro-iliaca. Non sono stati eseguiti esami strumentali (Rx, TC, RMN).
    Tutti i cani sono stati sottoposti a tre sedute di manipolazioni osteopatiche con miglioramento delle lesioni vertebrali alla fine delle tre sedute. Tutti i cani sono stati gestiti anche durante il periodo di trattamento con il collare a scorrimento.
    Oltre all’uso del collare sono state ipotizzate altre cause di danni cervicali (DIM)che sono: esercizio di conduzione con il cane in condotta, che può provocare tensione monolaterale dei muscoli cervicali; giochi traumatici (es. disc dog); il dormire su superfici rigide o in spazi ristretti (es. kennell); giochi concitati tra cani; il vivere in spazi ristretti che non permette al cane un movimento tale da allentare la tensione muscolare; usare un guinzaglio troppo corto.
    Visto tutte le possibili cause di sublussazione vertebrale pare quindi molto difficile sostenere che la causa del danno vertebrale sia legato all’uso del collare. Inoltre sono stati presi in esame solo cani gestiti con il collare, quindi manca un gruppo di controllo (es. cani gestiti con la pettorina) per vedere se le lesioni vertebrali sono presenti solo nei cani gestiti con collare o no. Inoltre non è stato fatto un controllo a distanza dalla fine del trattamento, per vedere se i benefici delle manipolazioni sono durature nel tempo, e dopo la fine del trattamento i cani non sono stati gestiti con una pettorina per verificare se, a distanza di tempo, ripresentavano comunque le stesse lesioni vertebrali.
    Inoltre ipotizzando che sia vero che il collare porti a sviluppare con frequenza una sublussazione cervicale, si potrebbe ipotizzare che l’uso della pettorina causi sublussazioni toraciche visto che le forze di traino si scaricano sul torace dell’animale.
    In conclusione possiamo dire che anche in questo caso non è stato utilizzato un metodo scientifico per eseguire questo studio, quindi non può essere utilizzato per dimostrare possibili danni da collare sul cane.





    DANNI MECCANICI E ISCHEMICI A LARINGE, TRACHEA, ESOFAGO E TIROIDE

    Per quanto riguarda danni meccanici e ischemici a laringe, trachea, esofago e tiroide non esistono studi scientifici a confermare tale teoria.

    • Esiste un articolo “Good trainers: How to identify one and why this is important to your practice of veterinary medicine” pubblicato da Brammeier et al. Journal of Veterinary Behavior (2006) 1, 47-52 che si propone di dare una serie di suggerimenti su come identificare un “good trainer”.
    All’interno dell’articolo si parla di collari e pettorine e vengono elencati tutti i possibili danni da collare: danni a laringe, esofago, tiroide e trachea senza riportare nessuna fonte scientifica.

    • Anche nel libro scritto da Overall “Manual of clinical behavioural medicine for dog and cats” vengono elencati senza alcuna nota bibliografica i danni causati dal collare a laringe, esofago, tiroide e trachea.




    A conclusione di questa ricerca si può affermare con certezza che non esistono studi scientifici che documentino possibili danni provocati dallo strumento “collare a scorrimento”, a maggior ragione se utilizzato sotto l’attenta supervisione di addestratori di lungo corso.
    È altrettanto importante non dimenticare che nell’approccio classico, l’uso dello strumento “collare a scorrimento” è sempre sostenuto da capacità relazionali dell’addestratore, il quale oltre ad avere una ampia conoscenza delle tecniche addestrative e delle doti del cane, si avvale della collaborazione di veterinari.

    Il vero studio sull’uso del collare, della pettorina e delle metodologie di addestramento, è racchiuso nei pedigree di tutti quei cani che da centinaia di anni vengono sottoposti a prove zootecniche di selezione (ztp, BH, IPO 1,2,3; brevetto per la protezione civile) e tutte le altre attività sportive che il cane svolge in collaborazione con l’uomo.
    Le stesse testimoniano anche lo stato di salute di migliaia di stalloni e fattrici utilizzati dagli allevatori per il miglioramento delle razze da utilità.
    Infatti questi cani sono stati gestiti, addestrati e allenati con il collare a scorrimento fin dalla creazione di queste razze.
    29/12/2016 16:51

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