Francesco Ferrante

Sono cresciuto in una zone di palermo che ai tempi della mia fanciullezza era più che periferia, bordata abbandonata. Le greggi scendevano dai monti e transitavano su quelle desolate stradine d'un tempo sino a raggiungere terreni incolti dove pascolare serenamente. io sono cresciuto con questo cane negli occhi e nel cuore. E già a soli 4 anni d'età, ero la preoccupazione e motivo di disperazione dei pastori che passavano nelle vicinanze della "mia" abitazione. appena cresciuto (intorno ai 16 anni iniziai il mio percorso cinofilo, "un po come tutti con il cane da Pastore Tedesco. A 18 anni, girovagando con il cane conobbi Francesco Sgarlata. Questi nativo di Alia figlio e nipote di pastori, mi presentò Calogero e Totò Vullo, di Mussomeli, Anche essi figli e nipoti e pronipoti di pastori. Con le discussioni avute con loro capii che il Cane da Mannara che conoscevo io non era un bastardone. - Come poteva un bastardone essere presente Ad Alia, a Roccapalumma, (paese natio del padre di Sgarlata) a Mussomeli, ed in tutti i paesi del circondario Palermitano, ed avere caratteristiche fisiche e morali simili???, Fu a questo punto che mi frullo per la testa di fare un'indaggine più accurata, ma per farla dovevo avere dei cinofli accanto. Tra i primi conobbi e interessai Piero Modesto, Mario Panella, questi mi presentarono Girolamo Cartia. Il resto è storia.

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