Charlie e il postino

Charlie e il postino

Una mattina di non troppo tempo fa ero in giardino a sonnecchiare nella mia cuccia all’aperto.

Sentivo il rumore delle macchine, delle persone che passeggiavano e parlavano appena fuori il recinto.

I miei padroni erano in casa a fare non so cosa ed io ero molto felice: era una giornata davvero tranquilla!

Ma povero me, quella tranquillità sarebbe presto svanita: qualcuno stava per avvicinarsi al portoncino!

Sentii prima dei passi, poi il cigolio della cassetta delle lettere che si apriva.

Un estraneo era fermo davanti al recinto: presto sarebbe entrato, dovevo fare qualcosa!

“Un estraneo era fermo davanti al recinto…”

Schizzai come una scheggia fuori dalla cuccia e corsi verso di lui abbaiando con tutto il fiato che avevo in corpo: bau bau bau!

L’uomo che avevo davanti aveva una bizzarra giacca brillante di colore giallo ed un buffo cappellino dello stesso colore e aveva in mano tanti fogli di carta.

Una persona vestita in modo così strano doveva per forza essere un malintenzionato, perciò non mi feci più scrupoli e, infilando la testa fra due sbarre del recinto, riuscii a mordergli la caviglia e a trattenerlo per il pantalone.

Non l’avrei mollato per nulla al mondo, il cattivone l’avrebbe pagata! “Ahia! Lasciami, cagnaccio maledetto!”, gridò l’uomo per il dolore e per lo spavento, facendo un sacco di movimenti bruschi che mi facevano innervosire.

Purtroppo riuscì a liberarsi dalla mia terribile presa, corse verso il suo motorino e scappò via a tutta velocità. Peccato, mi era sfuggito… ma avevo scacciato il cattivo dal mio territorio!

“Ahia! Lasciami, cagnaccio maledetto!”

Il mattino seguente il mio padrone stava innaffiando le piante del giardino ed io ero ancora una volta nella cuccia.

Questa volta vidi da lontano i minacciosi vestiti sgargianti del postino: non aspettai oltre e corsi di nuovo verso di lui abbaiando.

Signore!” gridò il postino, chiamando il mio padrone, “Fermi questo cane, è pericoloso!”.

Il mio padrone lo guardò stupito: “Cosa? Charlie è pericoloso?

Sì, mi ha già morso ieri e se non lo ferma mi morderà di nuovo! Io voglio soltanto consegnare la posta!”, rispose l’uomo.

Mi dispiace molto, signor postino”, disse il mio padrone mortificato, “le prometto che non accadrà più. Intanto cerchi di non urlare e di non agitarsi: Charlie, come tutti i cani, non sopporta i movimenti bruschi!Io intanto continuavo ad abbaiare finché il postino non se ne andò.

“Fermi questo cane, è pericoloso!”

Nel pomeriggio sentii i miei padroni discutere in cucina: stavano parlando di me! “Charlie ha morso il postino perché non è molto abituato a vedere persone dall’aspetto insolito”, disse la padrona, “Abbaia come un pazzo ogni volta che vede qualcuno con la barba lunga o un poliziotto in divisa. Dobbiamo fargli capire che queste persone non fanno nulla di male!

La padrona aveva ragione: le persone dall’aspetto strano mi stanno davvero antipatiche! “Portiamolo più spesso in giro, a contatto con queste persone”, rispose il padrone, “Magari ci vestiamo anche noi in modo buffo quando lo portiamo a spasso, così si abituerà più facilmente!”, concluse ridendo.

“Dobbiamo fargli capire che queste persone non fanno nulla di male!”

Le settimane successive furono davvero strane.

Ogni volta che il mio padrone mi portava in giro per la città indossava qualcosa di buffo: una sciarpa gialla, un cappello che non aveva mai messo, una felpa molto colorata.

Durante le passeggiate incontravamo poliziotti, operai con la tuta: qualcuno cercava anche di accarezzarmi! All’inizio ne avevo paura, ma poi mi abituai ed iniziai a farmi accarezzare da tutti loro.

“All’inizio ne avevo paura, ma poi mi abituai…”

Un giorno il postino tornò di nuovo di fronte al portoncino.

Aveva la stessa giacca e lo stesso cappellino di sempre. Io lo guardavo dalla cuccia: stranamente non avevo più voglia di alzarmi ed aggredirlo, non era più una minaccia per me!

Il padrone era in giardino e salutò il postino: “Buongiorno! Ha visto? Charlie non l’attacca più, lo abbiamo abituato a non aver paura delle persone in divisa!”

L’uomo sorrise e disse anche che ero un bel cagnolino: avevo sbagliato a fargli del male, non era poi così cattivo!

Da allora in poi, grazie ai miei padroni, non ho più avuto paura né dei postini, né delle persone in divisa.

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