Konrad Lorenz, il padre dell'etologia e i suoi cani

Konrad Lorenz, il padre dell\'etologia e i suoi cani

Konrad Lorenz (1903 -1989), è considerato il padre dell’etologia o ricerca comparata sul comportamento.

È maggiormente conosciuto dal grande pubblico per gli studi sulle oche selvatiche e per l’elaborazione del concetto di imprinting.

Ma come si può evincere dalla sua numerosa produzione letteraria, che comprende importanti libri divulgativi sull’etologia, lo scienziato austriaco si dedicò all’osservazione e allo studio di numerose specie di animali.

Nel suo libro "L'anello di re Salomone" (1949), sono racchiuse alcune delle più rappresentative osservazioni su animali come le oche, le taccole, i pesci d’acquario ecc, tutte esposte sottoforma di racconti, non solo comprensibili anche ai non addetti ai lavori, ma anche molto piacevoli da leggere, anche solo dal punto di vita narrativo.

L’ultima parte del libro è dedicata ai cani. Le numerose osservazioni sul comportamento canino si mescolano a considerazioni sul legame uomo-cane, e non mancano consigli validi per la gestione degli amici a quattro zampe, anzi per la precisione c’è proprio un capitolo intitolato: “Consigli per la scelta di un cane”.

Il climax della parte finale de “L’anello di Re Salomone”, quella dedicata ai nostri amici cani, è raggiunta nel capitolo: “L'animale con la coscienza”, nel quale Lorenz parla di alcuni cani che hanno mostrato una forma di pentimento.

Nella fattispecie racconta di due episodi in cui dei cani hanno commesso un errore, cioè mordere per sbaglio il loro padrone o comunque una persona a cui erano affezionati.

Le reazioni inequivocabili di pentimento di questi cani, straordinariamente analoghe a quelle di un essere umano accortosi di aver fatto un torto a un familiare o a un amico, sembrano confermare che anche nei cani e negli animali sociali più evoluti, esitano veri e propri sentimenti e soprattutto una forma di coscienza.

Le osservazioni sui cani di Konrad Lorenz, riportate nella parte finale de “L’anello di Re Salomone”, trovarono maggiore spazio nel libro "E l'uomo incontrò il cane", pubblicato nel 1950, considerato come il seguito del precedente. 

In questo importante testo, lo scienziato viennese , parte formulando delle teorie sull’origine stessa del cane con il capitolo “Potrebbe essere andata così”, in cui ripercorre un ipotetico scenario preistorico, in cui le strade degli antenati canini si sono incrociate con quelli della nostra specie.

Passando poi alle considerazioni sulle radici della fedeltà al padrone, sull’educazione, il rapporto tra cani e bambini; giungendo poi a un significativo capitolo intitolato: “Accuse agli allevatori”, in cui l’autore si scaglia contro quelle correnti di allevamento che selezionano gli aspetti delle razze canine soltanto in base alle mode.

Queste sono solo alcune delle tematiche trattate da Lorenz nei libri di cui abbiamo parlato, e sicuramente qualsiasi descrizione in un articolo sarebbe al quanto riduttiva, del resto si sta parlando di scienza, anche se in modo divulgativo.

Ogni appassionato di cani, dovrebbe avere nella propria biblioteca una copia de “L’anello di Re salomone” e di “E l’uomo incontrò il cane” di Konrad Lorenz.

È chiaro che dopo più di 60 anni dalla pubblicazione di questi testi, sono stati fatti molti passi in avanti nello studio del comportamento canino, soprattutto per quanto riguarda la discendenza dal lupo e la gerarchia, ma gli studi di Lorenz rappresentano le fondamenta stesse degli studi sull’etologia del cane domestico, e nonostante i progressi, le sue scoperte sono tutt’ora valide e salde.

Non potrebbe essere altrimenti, visto che le scoperte di Konrad Lorenz sono state sempre supportate da un importantissimo fattore: la passione.

Infatti, egli studiò come medico, seguendo le orme del padre, ma fu la passione sfrenata per il mondo della natura e per gli animali a farlo passare alla storia, arrivando a ricevere il Premio Nobel nel 1973, insieme ai colleghi e amici Nikolaas Tinbergen e Karl von Frisch.

Konrad Lorenz, fu un grande appassionato, prima di essere un grande scienziato; dedicò la sua vita agli animali nel vero senso del termine, tanto che nella sua  casa di Altenberg, circolavano in piena libertà tantissimi animali domestici,  tanto che ad un certo punto la moglie fu costretta a studiare dei box per proteggere i figli piccoli da animali potenzialmente pericolosi che vagavano per casa.

Una così immensa passione per gli animali, portò Lorenz , non solo a comprendere, e spesso a parlare il loro linguaggio, ma anche a entrare nei meandri del loro animo, permettendogli di scrutarne i più intimi aspetti.

Lorenz non fu, per sua stessa ammissione, il classico scienziato da esperimenti, piuttosto vide la chiave dell’etologia nell’osservazione degli animali nello stato di libertà.

Nelle storie di cani, raccontate da Lorenz, possiamo riconoscere molti aspetti del comportamento dei nostri amici a quattro zampe, ma anche di noi padroni che non vediamo nei cani oggetti, o macchine, ma amici con cui condividere la nostra vita e le nostre esperienze. 

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