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Ignoranti
Il vero maltrattamento inizia molto prima del cane tenuto a catena...può essere anche slegato e vivere come tantissimi in giardino per lo più a grattarsi i coglioni, e soprattutto in mano a incompetenti incapaci di un ignoranza cinofila( e spesso non solo cinofila)sconvolgente!!!!!!!!
E quando escono a spasso tre volte l' anno è la ciliegina sulla torta del maltrattamento!
Cani con occhi sofferenti, infelici, tristi, repressi, che sono al seguito col guinzaglio come palle al piede di questi assassini.
Si intrattiene di più il cane a una catena lunga che corre su e giù dalla mattina alla sera appena passa una bici moto qualcuno ecc...
Non sta a catena? Tutto ok!!!! Cane beato!!!!!!!
COL CAZZO
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ardente casino , una piattaforma online davvero interessante che offre tanti giochi d’azzardo e un’interfaccia moderna, perfetta anche da usare sul telefono mentre ti rilassi dopo una lunga camminata. Trovo che alternare momenti all’aperto con piccoli svaghi digitali sia un ottimo equilibrio per la mente. E voi, come vi rilassate dopo una passeggiata con il vostro amico a quattro zampe?">
Ti piace passeggiare con il tuo cane?
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Me lo riscrivi? Ciao
Allora, i box o i recinti non sono affatto la soluzione “migliore” come tanti si ostinano a pensare. Alla gente danno l’illusione che il cane sia “al sicuro” e stia “meglio” solo perché è dentro quattro pareti e da una sensazione di ordine e sicurezza ma la realtà è ben diversa.
Parliamoci chiaro: un chain setup fatto come si deve (non una catena attaccata a un palo, ma una linea lunga e sicura, con snodi anti-ingarbugliamento) dà molto più spazio e libertà di movimento di un box.
Facciamo due conti così magari qualcuno si sveglia:
Un box classico da 3x2 metri = 6 metri quadri.
Una catena di 3 metri di raggio, montata bene = quasi 30 metri quadri (esattamente 28,26 se vogliamo essere precisi).
Quindi un cane al chain si può muovere su un’area quattro volte più grande di quella di un box.
E no, non parlo di cani “buttati là”. Parlo sempre di gestione responsabile: catena montata bene, cuccia coibentata, zona d’ombra, acqua fresca, routine, lavoro e relazione col proprietario. Ma a quanto pare per certa gente se non è sul divano o in braccio, allora sei un mostro.
La verità è che la gente è ignorante forte. “Libero = felice”… ma felice di che? Di non avere uno scopo nella vita, di mangiare e ingrassare, di vivere nello stress senza una guida? Mah.
Tempo fa mi sono fermata in una masseria a parlare con un pastore. Un signore che coi cani ci vive e ci lavora tutti i giorni da quando è praticamente nato. Mi raccontava che ha provato più volte ad adottare dei cani (simil Caucaso, Asia Centrale, ecc.), ma gli hanno sempre detto di no perché i volontari pretendevano che i cani stessero sul divano a non fare niente. Tal volta anche dicendo “Ma vai tu a lavorare, non usare questi poveri cani” Ma stiamo scherzando?
Io invece ho visto cani tenuti da Dio: puliti, tonici, lucidi, attivi, felici di fare il loro lavoro e soprattutto di cooperare con il loro proprietario.
Basta con ‘sta favoletta del box che “almeno è chiuso e protetto”. Il cane ha bisogno di spazio, stimoli, relazione e rispetto. Non di una gabbia pulita.
E mi viene anche in mente che anche fossero "buttati la " un periodo , starebbero meglio alla catena lunga ecc, che non in un recinto! Classicamente di 4/5 m per 4/5 m.
I cani più infelici e apatici depressi li ho visti in questi recinti "tipo".
Non commento i volontari cosa hanno detto al.pastore...è una setta di psicopatici
Il punto è che ogni strumento, ogni metodo, ogni tipo di gestione ha senso solo se chi lo usa sa cosa sta facendo.
La catena è un buon metodo di detenzione se fai le cose a regola d’arte.
Il collare a strozzo non è il male assoluto se lo sai usare, è efficace e non fa danni.
La pettorina può essere anche uno strumento utile se utilizzata esclusivamente per lo scopo per cui è nata, che NON è quello di condurre il cane.
Anche il lavoro non è una punizione: per molte razze non avere uno scopo è una condanna. Privare un cane del suo ruolo, del suo “perché”, è maltrattamento esattamente come negargli il cibo o le cure.
Il problema è che oggi si tende a umanizzare il cane fino all’eccesso. Non può sporcarsi, non può stare all’aperto, non può relazionarsi in modo naturale con altri cani. Gli si toglie la possibilità di essere cane in nome di una tutela mal interpretata. E questo, sì, è maltrattamento.
Tanto quanto lo è renderlo obeso al pari di lasciarlo affamato per giorni.
Alla fine, è tutta una questione di equilibrio.
C’è chi demonizza il metodo classico, chi rifiuta qualsiasi tipo di correzione e preferisce imbottire il cane di psicofarmaci per gestire problemi che si potrebbero affrontare in modo più rispettoso, ma anche più efficace.
Ma vai a spiegarglielo…
In ogni caso, visto che anch’io mi occupo di volontariato ( e penso di essere l’unica “cretina” che prima di inserire il cane in un qualsiasi contesto lo fa valutare da professionisti), ho promesso al pastore che non appena troverò il cane giusto per lui potrà adottarlo direttamente da me.
Per la catena ho letto che di recente ,con la "Legge Brambilla" mi sembra, è vietata in tutta Italia qualunque catena. Poi dimmi se confermi o meno
Viva l’Italia e l’ignoranza cinofila dilagante, mi dispiace per quei cani che svilupperanno autolesionismo e atteggiamenti ossessivi.
Tra l’altro la catena viene bandita perché limita il movimento, non vengono però specificate le misure minime di recinti o box (che variano in base a leggi regionali) e non si esprime riguardo a far sgambare il cane ecc.
Come se la gabbia non limitasse il movimento, quella va benissimo perché la catena è da cattivi, nel recinto il cane è felice.
Un cane che invece trascorre l’intera vita chiuso in un box, magari arrivando a ferirsi le zampe per la frustrazione di voler uscire, per la legge è “sereno” solo perché “non ha limitazioni di movimento”.
Sono basita.
E preciso: i miei animali vivono con me, stanno sul divano, escono, fanno attività e condividono la mia vita a 360°, perché ne rispetto la natura e le doti genetiche. Ma bisogna essere obiettivi: non si possono sparare giudizi sulla base di una conoscenza cinofila ridotta a “il cane ha quattro zampe, abbaia e vuole bene a tutti”. È un approccio superficiale, da ignoranti.
Anch’io, prima di informarmi seriamente, non vedevo di buon occhio la catena. Poi ho capito che se usata correttamente ha ragioni etologiche e pratiche ben precise e spesso è proprio ciò che tutela davvero il benessere del cane.
Eliminare per legge uno strumento senza distinguere chi lo usa nel rispetto dell’animale da chi lo usa per trascurarlo, significa ignorare la realtà e i cani stessi.
Il benessere non si misura solo in metri quadrati, ma nella qualità della vita.
Questo è un esempio lampante di ciò che cerchi di fare capire!
E li è una abitudine e necessitá nel periodo di lavoro.
Quei cani non hanno alcun tipo di problema, anzi...non stanno nella pelle perché sanno che di lì a poco faranno centinaia di km secondo il loro vero bisogno profondo.
Il problema è che in Italia la cinofila, a parte i cani da guardiania dei pastori per l appunto, è zero assoluto. Parliamo di lavoro reale non sport, spesso patetici....
La catena ovvio che come concetto inserito nel nulla cinofilo è inaccettabile per il "cane medio" parcheggiato lì.
Quella Legge taglia la testa al toro e fine , puó solo essere così in questo contesto.
Queste stupide leggi nei paesi dove i cani lavorano veramente(non dog dance!!!..) non esistono...non servono...
Così come le misure minime sconvolgenti per i recinti...8mq se non puoi portarlo fuori, 6 se può uscire per una passeggiata!!!
Solo in Italia queste regolette patetiche PRO IGNORANZA E MALTRATTAMENTO.
In ambiente dove c è cultura competenza profonda e capacità, si può fare quello che serve in base a...con discernimento.