La gerarchia nei cani

La gerarchia nei cani

Non è affatto facile parlare di gerarchia nel cane, questo perché le teorie al riguardo sono molteplici e spesso notevolmente divergenti.

La principale difficoltà che sussiste nello studio di questo aspetto della vita dei cani, è dovuta al fatto che la maggior parte della osservazioni sono state fatte sui lupi, che sono i progenitori dei cani domestici, i quali conservano molti aspetti lupini, ma hanno anche delle peculiarità che li distinguono, non solo come specie a sé, ma anche di razza in razza.

Non è questa la sede adatta per entrare nello specifico e sceverare le varie teorie sulla gerarchia nei cani, sul capo branco o maschio alfa.

Tuttavia tutti gli amanti dei cani, soprattutto quelli che si apprestano per la prima volta ad adottarne uno, devono sicuramente familiarizzare con il concetto di gerarchia, anche perché questo termine è facilmente frainteso.

I cani sono animali molto intelligenti, capaci di provare sentimenti come la simpatia, l’antipatia ecc. Senza dubbio alcuno si tratta anche di una specie altamente sociale, in cui giocoforza esiste una gerarchia, altrimenti verrebbe meno il senso stesso di branco o gruppo.

Il problema fondamentale è che la parola gerarchia, suona alle nostre orecchie come un sistema repressivo e totalitario in cui un tiranno regna incontrastato a discapito dei più deboli, con l’ausilio di suoi sottomessi.

L’utilizzo stesso della parola gerarchia, associata a periodi storici in cui regimi dittatoriali hanno scritto tra le più tristi pagine della storia umana, ha contribuito a rendere ancora più controverso questo termine.

In realtà negli animali sociali la gerarchia è un fattore di vitale importanza, altrimenti cadrebbero tutti i vantaggi evolutivi di questo tipo di aggregazione.

L’unione fa la forza del branco, e un’unione non adeguatamente strutturata sarebbe solo una compagine caotica di animali.

Detto questo dobbiamo capire che il nostro cane, è fortemente legato a queste dinamiche del branco, e necessita di un superiore gerarchico.

Questo superiore però non deve assolutamente essere un tiranno che impone il suo potere col pugno di ferro, bensì una guida: una figura sì autoritaria, ma di cui possa fidarsi completamente.

Per impersonare al meglio questa figura, dobbiamo considerare il nostro cane come un bambino. Cercando di educarlo esattamente come faremmo con i nostri figli.

Sappiamo benissimo che i metodi coercitivi con i bambini, non solo sono una barbarie inaccettabile, ma sono assolutamente inutili e controproducenti.

Allo stesso modo sappiamo che viziare i bambini, accontentandoli e giustificandoli comunque e sempre, è un errore educativo da evitare.

Bene, anche nel caso del cane funziona così. Dobbiamo dosare l’affetto e la disciplina; dispensando secchi e risoluti “NO” quando il cane sbaglia, ed entusiasti “SI” e “Bravo” quando il cane obbedisce.

Solo guadagnando il rispetto del nostro cane potremo vivere un’esperienza meravigliosa col nostro amico, perché il cane per natura ha bisogno di una guida, il superiore gerarchico, se non lo trova ne prende il posto, e in tal caso iniziano i guai.

Ricordiamo che il premio più grande per un cane, la gioia più grande che possa provare, è l’approvazione del padrone.

Nessun biscottino o bocconcino può avere lo stesso valore di un padrone che dimostra la sua soddisfazione al proprio cane.

Ma per far sì che il nostro amico a quattro zampe ci veda come un superiore, da rispettare e amare, non dobbiamo cadere nell’errore comune di essere troppo “gentili” o “troppo duri”, ma comportarci da animali intelligenti – quale siamo – dosando i rimproveri e le carezze, nel modo giusto.

Ricordiamoci di essere sempre coerenti, cosa che farà bene anche a noi stessi, altrimenti se non rispettiamo prima noi le decisioni prese, come possiamo pretendere che lo facciano i nostri cani.

In fine ricordiamoci che i cani, pur appartenendo a una sola specie, hanno caratteristiche psichiche e caratteriali molto diverse di razza in razza, quindi teniamo presente che alcuni cani sono per natura più remissivi e obbedienti, mentre altri tendono a prendere maggiormente il sopravvento, (mi raccomando non pensiate che si tratti di una questione di taglia, molti cagnolini “toy” hanno un caratterino niente male).

In più è importante sapere che ogni cane è un individuo a sé, e nonostante le peculiarità generiche della razza, la personalità di un individuo può differire notevolmente da un altro anche se della stessa razza.

Questo fattore è molto importante, quindi bisogna porci nei confronti dei nostri amici, stabilendo un’empatia che ci permetterà di entrare nell’animo del cane, capendone il carattere e la personalità, adattando quindi il nostro metodo educativo a ogni individuo. 

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